Abbattiamo il Vaticano - Opuscolo anarchico anticlericale

L'anticlericalismo è stato sempre ben presente e radicato nella storia italiana già a partire dal Risorgimento, a causa essenzialmente dell’impedimento che la Chiesa costituiva per l'unificazione del Paese, ma anche per la sua modernizzazione sia culturale che economica in un’epoca in cui l’industrializzazione stava trasformando diversi Paesi europei in grandi Potenze. Questa corrente ideologica si esplicò con atteggiamenti sia pacifici che violenti volti a contrastare quella che veniva interpretata come un’intromissione del potere ecclesiastico nella vita politico-sociale italiana. Tra i primi si distinguevano gli scritti liberali, tra i secondi soprattutto le azioni dei socialisti e degli anarchici. Per quanto riguarda questi ultimi non mancarono anche produzioni di carattere intellettuale come la pubblicazione di giornali, libelli e conferenze di carattere propagandistico che costituirono nell’insieme quel periodo del cosiddetto “risveglio anticlericale nazionale” che si protrasse in particolare tra il 1906 ed il 1911. In tale contesto si inserisce quest’opera di Pasquale Binazzi, uno dei più attivi anarchici del tempo, il quale sull’onda dell’emozione per la condanna a morte dell’intellettuale repubblicano spagnolo Francisco Ferrer y Guardia pensatore pacifista, anticlericale, pedagogista libertario, realizzò questo opuscolo che rappresenta una delle poche opere d’analisi intellettuale che esplicano il perché sia necessario superare l’istituzione ecclesiastica per dar modo al libero pensiero umano di esprimersi senza limiti.
Ebook in formato EPUB, ISBN: 9781370671083, 168Kb, Prezzo €0,99
Indice generale: I delitti del papato, Il Vaticano e l'insidia permanente, Né persecuzione, né privilegi, uguaglianza di diritti, Libertà di coscienza, Scuola libera e razionale, Gloria ai martiri del Libero Pensiero, Abbattiamo il Vaticano.
Pasquale Binazzi nacque a La Spezia il 12 giugno 1873, aderì giovanissimo all'anarchismo. Per la partecipazione ai moti di Lunigiana del 16-20 genn. 1894, il Binazzi perdette il posto di lavoro presso l'arsenale militare marittimo della Spezia; lasciata la città natale, si recò prima a Milano e poi a Lugano, donde fu subito espulso (marzo 1894). Tornato alla Spezia, fu confinato nel gennaio 1895 nelle isole Tremiti, dove subì anche una condanna per avere partecipato a una rivolta nel marzo 1896. Da qui cominciò a collaborare al settimanale anarchico L'Avvenire sociale. Dopo la sua liberazione (1897) soggiornò a Marsiglia e a Genova. Fece ritorno alla Spezia dove, nel dicembre 1898, fu nuovamente arrestato e assegnato ancora al domicilio coatto, da cui fu presto liberato. Nel 1920 Binazzi fu tra i dirigenti alla Spezia dell'occupazione delle fabbriche e nel 1921 fu con i comunisti tra gli organizzatori degli Arditi del popolo. Dopo l'8 settembre 1943 tentò di organizzare bande di partigiani anarchici in Liguria e in Lunigiana, ma morì il 5 marzo 1944.
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di Abele De Blasio
I rapporti tra Anarchismo e Chiesa
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